Con la meteorologia non ho un buon rapporto. E già che mi capita spesso di scrivere "metereologia". Son riuscito persino a pronuciare "meteologia". Diamine, non è una parola, è uno sciolingua! Così l'esperto è in realta un meteorologo e non un metereologo, un bollettino è meteorologico e non meterologico o metereologico. Cavolo che casino! qui di logico non v'è un bel nulla!
Benché simili, metereologia e meteorologia non sono esattamente la stessa cosa , soprattutto perché la prima, ha lo stesso significato del benemerito piffero.
La seconda invece è generica, perché bisogna distinguere tra meteorologia scientifica, strumentale e sinottica. Tralasciando le prime due agli studiosi del settore (i meteorologi), sembra essere proprio la "meteorologia sinottica" la croce e delizia del genere umano, in soldoni... la fantomatica "previsione del tempo" (tempo meteorologico per l'appunto, quella sul tempo libero ve la fate da soli).
Oh, ma l'uomo è furbo, e pur di non dire ogni volta "meteorologiasinottica" si è inventato l'escamotage "meteo". Cinque lettere facili da pronunciare, il cui suono dà quel tocco immediato tipico delle comunicazioni anglofone: "il meteo è avverso", "hai visto il meteo?". Insomma è più facile e nel contempo si appare più trendy, più easy!
Ma anche qui qualche dubbio sorge perché pur essendo maschile, da taluni, "meteo" è inteso come l'abbreviazione di "meteorologia" che, fine a prova contraria è femminile. E non di rado mi è capitato di leggere "la meteo".
Mah, un bel pasticcio, già difficile districarsi nella grammatica, figuriamoci destreggiarsi tra le molteplici fonti. Dal caro Bernacca, dai tempi in cui "l'ha detto la TV" era oro colato, di strada se ne è fatta; in progressione geometrica, il meteorologo, obbedendo alle teorie della selezione darviniana si è riprodotto evolvendosi in una moltitudine di esemplari, ognuno a sè stante, ognuno adattato all'ambiente che lo circonda.
Così se per Giuliacci pioverà, per Bonelli ci sarà il sole. Se per Canale 5 nevicherà sul livello del mare, per Meteo Rai nevischierà debolmente sui rilievi oltre i 2400.
Negli ultimi anni, con la rivoluzione internet, si sono aggiunte ulteriori fonti, siti dedicati e forum di discussione che di certo non aiutano. Molte informazioni, troppe informazioni. Se da un lato l'italiano medio ha acquisito ahimè, un rapporto morboso con le previsioni, dall'altro s'inizia ad avvertire una forma di rigetto. Della serie quando è troppo è troppo.
In buona sostanza, la fiducia col meteorologo viene meno. Succede un po' come per l'oroscopo: attendi pazientemente il tuo segno zodiacale, lo ascolti attentamente, cerchi a tutti i costi di associare i consigli alla tua realtà personale, poi esci e non te ne frega più una cippa. In questo caso perché è una stronzata, nello specifico perché non credi più a quel che viene detto. C'è il microclima, la corrente del golfo, l'anticiclone delle Azzorre, i Balcani, il termometro che si è rotto le tacche di farsi chiamare "colonnina di mercurio", le temperature medie che, in quanto tali, non possono corrispondere alle minime ed alle massime, il vortice depressionario... basta, troppe variabili!!! Qui ad essere depresso non è il vortice!
Ci si accorge così che ascoltiamo le
pre-visioni non tanto per avere una "visione prima" (scomponendo la parola non si può nascondere una certa vena divinatoria) , ma per il semplice motivo che desideriamo sentire ciò che vorremmo e ci incazziamo se ciò non avviene. E se il contadino spera nella pioggia il surfista della neve si delizierebbe volentieri alla vista di certe immagini dello stivale pullulanti di asterischi bianchi.
Beh... da qualche giorno, per sopperire alle mancanze meteorologiche e venire incontro alle esigenze di irriducubili snowboarder, è arrivato il "saggio della montagna".
Lo immagino vecchio, con una lunga barba bianca ed i modi pacati. Non è dato sapere chi sia, né cosa voglia, né perché lo faccia, però cavolo...
era quello che volevo sentire!