:: Elucubro ::

sabato, settembre 30, 2006

Snowboard Opening - Corsi e ricorsi

Snowboard opening, ghiacciaio della Val Senales:

  • Edizione 2004:
    - Jump contest, Boarder Cross, Fun Rail Contest, Snowboard Test, Ice Bar, Party mit DJ etc...
    - 18 persone segnalate alle autorità.
    - 54 grammi di hashish, 4,60 di marijuana e 0,20 di cocaina sequestrati.


  • Edizione 2005:
    - Jump contest, Boarder Cross, Fun Rail Contest, Snowboard Test, Ice Bar, Party mit DJ etc...
    - 16 persone segnalate per possesso di stupefacenti.
    - 30 grammi di hashish e 41 di marjiuana sequestrati.


  • Edizione 2006:
    - Jump contest, Boarder Cross, Fun Rail Contest, Snowboard Test, Ice Bar, Party mit DJ etc...
    - [ ...under construction ]
"Corsi e ricorsi", non ringraziate me... ma Giambattista Vico. La cultura a volte aiuta, la droga no.

lunedì, settembre 25, 2006

il circolo vizioso Burtoniano

Il catalogo snowboard per eccellenza; il 2007 è un bel tomo, molto simile al precedente, ricorda per dimensioni e peso, il vecchio Postal Market. Ben fatto in linea generale, pecca rovinosamente per alcune descrizioni dall' aspetto lillipuziano che mal si prestano alla consultazione di una vista normale.

C'è qualcosa che mi piace... in particolare mi interessa il portatavola che, cito testualmente, è di tipo " Sled-Ready Board Carry (TM) con pannello dorsale ergonomico Dualzone". Ora, questa descrizione del catalogo, benché cool, non è che mi sia di grande aiuto. Nemmeno la foto, da una sola angolazione, quella che non mi interessa, si presta allo scopo. Ma che razza di catalogo è?

Già... mi sbaglio, perché il volume (a questo punto non so più come chiamarlo) NON è un catalogo!
Insomma, il "2007 Catalog" in alto a destra, viene smentito in basso con: "Questo non è un catalogo postale".
Mah! perplesso, seguo il consiglio, recandomi dal rivenditore più vicino.
- Salve, vorrei avere informazioni sullo "Sled-Ready Board cavolononmiricordopiù"
- Ah sì, lo zaino. Non l'abbiamo, un attimo che prendo il catalogo.
- Sì ma quello non è un catalogo...

Ed il cerchio si chiude.

Avrei potuto continuare all'infinito, se al secondo rivenditore non ne fossi uscito trovando per caso...

...uno zaino usato.

giovedì, settembre 21, 2006

L'intervista doppia




- Come ti chiami?
Bruno
Yoghi

- Dove vivi?
Alpi, Parco Brenta-Adamello per la precisione.
Appennino Abruzzese.

- Cibo preferito?
Amo nutrirmi di pecore.
Preferisco le galline ed il miele come dessert.

- Passione?
Sconfinare liberamente in Austria e Germania.
Scorribande nei pollai di Pizzoferrato (CH).

- Bruno di' qualcosa a Yoghi
Occhio alle doppiette dei crucchi.

- Yoghi di' qualcosa a Bruno
Addio Bruno, correrò anche per te, sono più fortunato.


Gli ultimi sviluppi della storia di Yoghi sono qui.

mercoledì, settembre 20, 2006

Deformazione ascensionale

Una volta, quando le mie passioni erano i soldatini di Fort Alamo e Big Jim, andavo in montagna al massimo due volte in un anno: Ferragosto e Pasquetta. Dal deflettore dell'auto di papà, un po' annoiato, osservavo distrattamente le montagne così:



Oggi, Ferragosto e Pasquetta sono le uniche occasioni in cui evito di andarci, e le montagne... diamine, le vedo solo così ! :(

mercoledì, settembre 13, 2006

Il saggio della montagna

Con la meteorologia non ho un buon rapporto. E già che mi capita spesso di scrivere "metereologia". Son riuscito persino a pronuciare "meteologia". Diamine, non è una parola, è uno sciolingua! Così l'esperto è in realta un meteorologo e non un metereologo, un bollettino è meteorologico e non meterologico o metereologico. Cavolo che casino! qui di logico non v'è un bel nulla!

Benché simili, metereologia e meteorologia non sono esattamente la stessa cosa , soprattutto perché la prima, ha lo stesso significato del benemerito piffero.
La seconda invece è generica, perché bisogna distinguere tra meteorologia scientifica, strumentale e sinottica. Tralasciando le prime due agli studiosi del settore (i meteorologi), sembra essere proprio la "meteorologia sinottica" la croce e delizia del genere umano, in soldoni... la fantomatica "previsione del tempo" (tempo meteorologico per l'appunto, quella sul tempo libero ve la fate da soli).

Oh, ma l'uomo è furbo, e pur di non dire ogni volta "meteorologiasinottica" si è inventato l'escamotage "meteo". Cinque lettere facili da pronunciare, il cui suono dà quel tocco immediato tipico delle comunicazioni anglofone: "il meteo è avverso", "hai visto il meteo?". Insomma è più facile e nel contempo si appare più trendy, più easy!
Ma anche qui qualche dubbio sorge perché pur essendo maschile, da taluni, "meteo" è inteso come l'abbreviazione di "meteorologia" che, fine a prova contraria è femminile. E non di rado mi è capitato di leggere "la meteo".

Mah, un bel pasticcio, già difficile districarsi nella grammatica, figuriamoci destreggiarsi tra le molteplici fonti. Dal caro Bernacca, dai tempi in cui "l'ha detto la TV" era oro colato, di strada se ne è fatta; in progressione geometrica, il meteorologo, obbedendo alle teorie della selezione darviniana si è riprodotto evolvendosi in una moltitudine di esemplari, ognuno a sè stante, ognuno adattato all'ambiente che lo circonda.

Così se per Giuliacci pioverà, per Bonelli ci sarà il sole. Se per Canale 5 nevicherà sul livello del mare, per Meteo Rai nevischierà debolmente sui rilievi oltre i 2400.
Negli ultimi anni, con la rivoluzione internet, si sono aggiunte ulteriori fonti, siti dedicati e forum di discussione che di certo non aiutano. Molte informazioni, troppe informazioni. Se da un lato l'italiano medio ha acquisito ahimè, un rapporto morboso con le previsioni, dall'altro s'inizia ad avvertire una forma di rigetto. Della serie quando è troppo è troppo.
In buona sostanza, la fiducia col meteorologo viene meno. Succede un po' come per l'oroscopo: attendi pazientemente il tuo segno zodiacale, lo ascolti attentamente, cerchi a tutti i costi di associare i consigli alla tua realtà personale, poi esci e non te ne frega più una cippa. In questo caso perché è una stronzata, nello specifico perché non credi più a quel che viene detto. C'è il microclima, la corrente del golfo, l'anticiclone delle Azzorre, i Balcani, il termometro che si è rotto le tacche di farsi chiamare "colonnina di mercurio", le temperature medie che, in quanto tali, non possono corrispondere alle minime ed alle massime, il vortice depressionario... basta, troppe variabili!!! Qui ad essere depresso non è il vortice!

Ci si accorge così che ascoltiamo le pre-visioni non tanto per avere una "visione prima" (scomponendo la parola non si può nascondere una certa vena divinatoria) , ma per il semplice motivo che desideriamo sentire ciò che vorremmo e ci incazziamo se ciò non avviene. E se il contadino spera nella pioggia il surfista della neve si delizierebbe volentieri alla vista di certe immagini dello stivale pullulanti di asterischi bianchi.
Beh... da qualche giorno, per sopperire alle mancanze meteorologiche e venire incontro alle esigenze di irriducubili snowboarder, è arrivato il "saggio della montagna".
Lo immagino vecchio, con una lunga barba bianca ed i modi pacati. Non è dato sapere chi sia, né cosa voglia, né perché lo faccia, però cavolo...
era quello che volevo sentire!

martedì, settembre 12, 2006

Lo sapevate?

La nevicata più copiosa nell'arco di un giorno, la più intensa che sia stata mai registrata a livello mondiale... è avvenuta in Alaska? forse in British Columbia? Caucaso russo? Norvegia?
No.

Beh, ora sapevatelo:

La nevicata più intensa nelle 24 ore, fu proprio a "casa nostra", presso Rocca Caramanico, quando nel dicembre del 1961, caddero 340 cm di neve. Il centro abitato si trova a 1050 m, in un imbuto naturale tra il monte Morrone (2061 m) ed il Massiccio della Majella (2793 m) che riceve fortissime precipitazioni da stau con venti settentrionali ed orientali.
[Fonte]

venerdì, settembre 08, 2006

Marco Siffredi

Idoli. Ne ho avuti, continuo ad averne. Marco Siffredi è uno di questi.

Marco, a 21 anni, con soli 5 anni di snowboard sulle spalle (è proprio il caso di dirlo!), ha già compiuto le prime, importanti discese sulle Alpi:
Parete Nord del Chardonnet, Parte Sud del Maudit, Isolée au Tacul, Nant Blanc e Cordier à la Verte.

Ed ancora...:
- Tocclaraju (6015 m) in Perù.
- Dorje Lhakpa (6966 m) in Nepal.
- Cho Oyu (8201 m) in Tibet.

23 maggio 2001 - stagione pre-monsonica primaverile. Marco Siffredi raggiunge la cima dell’Everest in snowboard con l’utilizzo dell’ossigeno e, in circa tre ore, scende integralmente da solo e senza ossigeno la montagna lungo il Couloir Norton. La discesa ha tratti di 50° di pendenza. La sua performance chiude l’era pionieristica di conquista delle prime discese su montagne di 8000 metri, e con un salto straordinario nel futuro introduce lo snowboard e lo sci estremo di performance sulle montagne più alte del pianeta.
[Fonte]

8 settembre 2002 - Everest (8844). Marco Siffredi, ormai (si fa per dire) ventitreenne, tenta la discesa con lo snowboard del Couloir Hornbein. Il suo sogno, quel canalone a dimensione himalayana, con circa 3000 metri di dislivello che costituisce l’itinerario più estetico e più impegnativo. Quando il suo amico, la guida Olivier Besson, tenta di raggiungerlo, scopre che la sua traccia si interrompe bruscamente. La traccia di Marco, così netta, così bella, come tutte quelle che ha disegnato, si perde a 8700 metri, in una distesa bianca in mezzo a un dedalo di barre rocciose. Da quel momento nessuno l’ha più visto.
[Fonte]

Oggi, sono 4 anni dalla sua scomparsa; questo post solo per ricordare una persona speciale, animata da grande passione e da grande talento. Un esempio.

Per conoscerlo meglio:
- Intervista
- Intervista (II parte)

Per ammirare le sue imprese:
- Video Real Player (amanti del backcountry: non potete perderlo!)
- Video

domenica, settembre 03, 2006

Stralci di storia alpinistica

La mia ambizione più alta non è mai stata quella di trascorrere le intere giornate in faticosi esercizi che sviluppavano i muscoli. Nessun altro momento alpinistico invece era da me più apprezzato di quello in cui potevo godermi il panorama, mentre ad altri toccava aprire la via.
- Douglas William Freshfield -
(alpinista inglese. 27 aprile 1845 - 9 febbraio 1934)

Douglas William Freshfield, dopo aver scalato il crinale nord del Gran Sasso, introduceva così il suo "The Gran Sasso d'Italia":

"Gli Appennini non sono le Alpi, ma il loro scenario ha caratteristiche e bellezze proprie. Le spaziose valli offrono i più romantici paesaggi, e sulle colline querceti e vigneti a terrazza si succedono interrotti qua e là dalle grigie mura e torri di una città medioevale o dal biancore di qualche grande villa semiabbandonata che splende tra gli scuri pinnacoli dei cipressi oranti, raccolti intorno al suo antico splendore. Sotto il cielo ardente nel punto in cui esso dispiega il suo ampio arco verso il lontano orizzonte le montagne si ergono, catena dietro catena, ambrate o purpuree a seconda se spoglie o coperte di alberi con un cerchio di luce d'oro lasciato dall'inverno sulle ampie fronti. Le alte valli, sempre ventose, presentano ad ogni curva, in sempre nuove combinazioni, fattezze strabilianti di scenari collinari meridionali, di ripidi pendii circondati da castagneti, di irregolari picchi ornati di laburni, di radure luminose di ciclamini, soverchiate da ineguali cime ognuna delle quali culminante con un proprio castello o con una borgata fortificata da dove un lungo sentiero, scavato nelle rocce dal quotidiano passaggio di molte generazioni, discende verso il ponte sopra le bianche pietre e le chiare acque blu".