:: Elucubro ::

giovedì, dicembre 28, 2006

La Mezza Rava

La mezza rava è come il mezzo bicchiere. Lo si può considerare mezzo pieno o mezzo vuoto. Giacché la rava (nome locale dei canali della Majella), per sua natura non contiene neve ma ne ospita quantità variabili durante la stagione fredda, a noi piace pensare che sia mezza piena.
Ottimismo ad oltranza o lucida follia; tant'è, abbiamo pensato di fare cosa saggia cogliendo il meglio di questo avvio d'inverno così tanto avido di precipitazioni da non riuscire a ricordarne uno simile.

I quaranta centimetri di neve polverosa della parte bassa si assottigliavano con l'elevarsi della quota; ci siamo fermati quando i sassi non motivavano più la nostra ascesa. Mezza discesa se si considera la rava, discesa intera se si considera la quota neve... filosofia? prendiamola a risate che è meglio! :)

mercoledì, dicembre 27, 2006

L'alpinismo è in snowboard

Estratto dal numero 10 de "Lo Scarpone", merita una citazione:

Storica decisione del CAI: l'alpinismo è in tavola

Un corso per istruttore di snowboard alpinismo è stato varato dalla Commissione nazionale scuole di alpinismo e scialpinismo del CAI. Dell'iniziativa, che rappresenta un riconoscimento senza precedenti circa la validità di un attrezzo sempre più diffuso sulle piste e nei fuoripista, dà notizia Lo Scarpone precisando che il corso intende formare un figura di istruttore regionale del tutto simile a quella dell'istruttore di sci alpinismo (ISA) con la differenza che nella fase di discesa gli sci sono sostituiti dalla rinomata “tavola”, mentre nella fase di salita si utilizzano prevalentemente le racchette da neve.

La preparazione dell'istruttore di snowboard alpinismo (ISBA) dovrà essere dunque quella di un alpinista completo, abituato a muoversi su ogni terreno dalla neve, al ghiaccio, alla roccia, capace di affrontare gite e dislivelli tipici dello sci alpinismo, condurre un gruppo e scendere con sicurezza sul fuoripista con la tavola da snowboard. Il corso si svolgerà nel 2007 tra febbraio e settembre ed è articolato in cinque moduli: 1) neve e valanghe in febbraio, 2) tecnica di discesa FISI in marzo 3) salita e discesa in alta montagna in aprile, 4) ghiaccio in giugno, 5) roccia in settembre.

[Fonte]

martedì, dicembre 26, 2006

Riflessioni in fuoripista

É croccante. Né all'amarena né al cioccolato. É quella neve che ha ceduto al sole nel suo strato superficiale e che è tornata dura nel corso della notte. Una crosticina sottile, come quella del Cremino Algida. I 20 cm di ripieno però sono leggeri, non c'è fondo; almeno qui a circa 800 metri sul livello del mare.

I passi sono lenti, come si sovviene ad ogni avvio. Ci vuole un po' per scaldarsi, per prendere il ritmo ed entrare in sintonia con la montagna. La crosta rumoreggia sotto le lame delle racchette mentre il respiro si fa regolare. É inevitabile non pensare in certi frangenti.

Penso a ieri l'altro, ad un inizio di stagione sulle piste. Al timore provato nell'attraversare un cunicolo tra "birilli" impazziti, penso alle tragedie recensite dai TG nazionali, ai morti e feriti sulle piste.

Rifletto, rimugino sui consigli del maestro di sci emanati via etere: moderare la velocità, indossare il casco per i minori di anni 14 e non praticare il fuoripista.

Eppure mi sentivo più in pericolo ieri l'altro, sulle piste. Quando sono stato bersaglio di uno snowboarder festante. É lì che ho percepito un pressante stato d'ansia. Qui c'è solo sorella luna, fratello sole, silenzio e calma ad accompagnare la mia ascensione.


Non praticare il fuoripista... già - continuo a pensare - Detto da un maestro di sci suona un po' come il richiamo del pastore che non vorrebbe che le sue pecorelle finissero fuori dall' ovile.
Ma sì, rimanete dentro, qui siete al sicuro. Un po' strettini ma al sicuro. Non sapete fuori cosa v'aspetta. E poi abbiamo schiacciato la neve come un piano di biliardo proprio per farvi andare più veloce. Vi facciamo salire in tanti, vi pressiamo! E per farvi divertire vi regaliamo km di piste!

Chilometri di piste contro metri di dislivello, forse è qui la faccenda, - penso mentre mi pulisco la bocca dopo aver bevuto - come si fa a non avvertire la differenza?
Lunghi chilometri serviti da funi contro pochi metri sudati, il fiatone contro la seggiovia, la forza delle gambe contro la giostra dei criceti. Non c'è competizione, e forse è meglio così.

Questo pensare mi logora, vorrei non pensare o pensare ad altro. Eppure esorterei il maestro di sci a rivedere la sua affermazione, ricordando che esistono anche i colleghi guide alpine, e che i fuoripista andrebbero fatti. Con criterio, nei tempi e nei modi giusti, ma di certo non andrebbero vietati!

Forse - mi chiedo - è il concetto di montagna in sé che è stato travisato: nell'allarmismo popolare vigente sembra che la montagna finisca con i paletti delle piste; ciò che è al di fuori, ciò che non si può comprare, non è montagna. Dunque cosa è più fuori, e quindi più demonizzato di un fuoripista?

Fortunatamente, sono arrivato a 2000 metri; la neve non crocca più, il manto riesce a zittire i rumori delle città, riesco persino a sentire la mia bottiglia che suona, ascolto i toni orientaleggianti che scaturiscono dalla leggera brezza che le accarezza la bocca. Sorrido.

Guardo a valle, 1200 metri di dislivello. Se vogliamo... un chilometro e due di montagna, quella vera.


Da surfare liberamente, finalmente senza pensieri. Ma sia chiaro: non è un fuoripista, perché qui... non ci sono piste.

giovedì, dicembre 21, 2006

Compra le neve



La neve arriva quando vuole: improvvisa, quando meno te l'aspetti; liberatoria, quando l'aspetti da tempo.
Ed è sempre sorpresa, incanto... per tutti, indistintamente.
Perché la neve è libera. Capricciosa ed irrequieta ma libera. É per questo che pretende rispetto. É per questo che ci rende felici. É per questo che aneliamo quando non arriva. Perché non si può disporne in esclusiva semplicemente strisciando una banda magnetica.
In una civilità in cui si crede che tutto si possa comprare, la neve è tra gli ultimi baluardi in grado di dispensare gratuitamente del fortuito, del caso e dell'imprevisto alla nostra vita noiosamente pianificata.
No, non compro la neve e tenetevi pure il fottutissimo mare.

(in foto: spot ingannevole)

mercoledì, dicembre 20, 2006

Sparare o sperare... questo è il dilemma

- Potrei assistere ad un appassionante defrag del mio pc, ammirare i cluster che pian pianino si sistemano per bene, compattandosi.
- Resterei ad osservare con attenzione la vernice che asciuga, notare la sua superficie che nel corso delle ore tende ad opacizzare, immaginare il solvente che evapora nell'aria, lentamente.
- Potrei anche fare sesso con una Realdoll, provare l'amore artificiale ed artificioso, perdermi tra i suoi occhi di plastica e la perfezione del suo ventre in lattice.
- Arriverei persino a sottoporre i mie timpani alla violenza acustica di un loop infinito della Pausini che canta Cocciante...

Ecco, farei questo ed altro piuttosto che riciclarmi in un palliativo e vedermi scivolare su di una striscia di candido surrogato tra i brillanti verdi primaverili.
Non c'è dubbio: meglio sperare che sparare.

(in foto: dispenser elettrico d'illusioni)

domenica, dicembre 17, 2006

Intervallo

Quando la TV, ai bei tempi andati, godeva ancora di spazi vuoti, era solita tamponare con l'intervallo. Bellezze architettoniche e scenari bucolici si alternavano con sottofondo di musica classica. Non si aveva nulla da dire tra una trasmissione e l'altra e nel riempitivo non mancavano mai le greggi abruzzesi.

Beh... ora anch'io non ho nulla da dire, così, mi son creato il mio intervallo.
Non avendo pecore sottomano posto uno slideshow di insetti incontrati nei miei trekking autunnali. Animali che si sono lasciati fotografare non tanto per una presunta, intrinseca vanità, quanto per l'impossibilità di muoversi dettata dal freddo e dal torpore.
Vivamente sconsigliato a soggetti entemofobici. Buona Visione.


mercoledì, dicembre 13, 2006

Antichi adagi ed incisioni rupestri


Ogni mattina, in montagna, quando sorge il sole... uno scialpinista si sveglia e sa che dovrà correre se vuole tracciare per primo.
Ogni mattina, in montagna, quando sorge il sole... uno snowboardalpinista si sveglia e sa che dovrà correre più dello scialpinista se vuole godersi la neve immacolata.
Ora, non importa se hai gli sci o lo snowboard, l'importante è che faccia questa cazzo di neve.

in foto: incisione rupestre del tardo Oligocene.

domenica, dicembre 10, 2006

Pareidolia, toponomastica, deduzione ed abduzione


Forma bizzarra, che altro se non una pinna di pescecane?
la pareidolia è, secondo wikipedia, automatica ed istintiva.

E se la pinna è situata ai piedi del monte, beh... la logica deduzione cui fa fede la toponomastica è Pennapiedimonte.

"Elementare, Watson! dalla posizione del sole, l'abduzione è che il Barone Rosso si trovava lì entro e non oltre le 7 del mattino per un probabile, lungo trekking e non per arrampicare".

Ora però, qualcuno mi spieghi perché la pinna, dagli indigeni, viene chiamata Cimirocco !

mercoledì, dicembre 06, 2006

Trekking: il centro commerciale

Spinto da condizioni meteo avverse il Barone Rosso è costretto - giocoforza - ad un raid in uno dei luoghi non luoghi più impervi della mondanità urbana.
Egli non è preparato né allenato per affrontare simili condizioni. Il coraggio non manca, s'avvia lento ma tenace verso l'ignoto.
S'imbatte immediatamente in cartelli 6x3 che indicano le retta via e coglie subito la sfrontata differenza con la vernice rossa dei suoi sentieri.
Cinque stadi di calcio, tanto è l'impermeabilizzazione del parcheggio così livellato da far invidia ad un marmista.
Bando alle ciaspole, si entra! Cauto, egli osserva meravigliato la fauna circolante, nota di come l'esemplare femmina si sia uniformata nei comportamenti:

  • appendice comunicativa all'orecchio destro

  • borsetta sulla sinistra

  • stivale tacco 7

  • pantalone a pinocchietto

Alcuni esemplari, esibendo un tocco di trasgressione, indossano pantaloni lunghi - comunque inseriti dentro gli stivali -.
Egli riflette su come sia cambiata socialmente la femmina, un tempo vestita in boutique per essere esclusiva, oggi felice in divisa da scout. Il Barone si chiede del perché di sì tanti stivali, vorrebbe farsi una ragione, ma le lastricate vie del centro commerciale non sembrano ospitare la benché minima traccia di erbacce!

Così, basito, si sofferma sul comportamento:
Lo sguardo della femmina del centro commerciale è all'infinito. Ella sembra prestare molta più attenzione alla comunicazione gps che all'incontro reale con i suoi simili. Lo scontro, anche solo di sguardi, è ignorato. Tu non sei nessuno, o meglio... sei trasparente. Falsando l'emistichio dantesco:
"Ella si va sentendosi laudare benignamente di vanità vestuta". Finanche terminata l'interessante comunicazione, lei è catalizzata dal display del gioiello tecnologico e non già dall'offerta 3x2. C'è sempre qualcosa di più importante al di là dell'antenna, qualcosa in differita di cui occuparsi oltre la mera posizione reale del momento. Piccola sosta su qualche vetrina, occhiata di sufficienza e via di nuovo gioiosa nel mostrare la sua uniforme da otto di coppe alla concorrenza.

Scosso dalla asocialità della socialità il Barone rimugina sugli arredi. Si accorge che il centro commerciale ha vita propria, con i suoi tempi già scritti.
E non importa se fuori spadroneggiano le primule e sarebbe più tentato dall' acquisto di maschera e boccaglio; il centro commerciale ha deciso che - ora - devi avere bisogno di maglioni di lana.

  • E forse è per i 20° fuori che dopo aver visto un Babbo Natale scala 4:1 egli ha esclamato:"Caspita! è già carnevale?".

  • E forse per il proliferare di pollini e zanzare all'esterno che quell'immenso albero addobbato coperto di schiuma sintetica appare come un prete in un locale di lap-dance?

Il Barone non lo sa, si accorge però che "dentro" e "fuori" sono due realtà distinte e ben separate. Un luogo, il centro commerciale, dove solo un uragano potrebbe dare l'idea di cosa si vive fuori. Un luogo dove l'alienazione inizia a farsi sentire...
Egli ha bisogno di tornare alla sua realtà, confrontarsi con il caso e la probabilità, piuttosto che seguire dettami studiati a tavolino. Ha necessità di sentire il freddo e soffrire il caldo, ascoltare il vento ed odorare la neve. Già, la neve...