:: Elucubro ::

mercoledì, giugno 28, 2006

il Vampiro di Montagna

I vampiri esistono. É una constatazione alla quale sono giunto peregrinando in solitaria per tortuosi cunicoli mentali. No, qui non c'entra Bela Lugosi e nemmeno la Transilvania; i vampiri odierni si nutrono di energia, la tua energia.
Il concetto è più elementare di quanto si possa pensare: ogni essere umano conserva in sè, ogni giorno, un tot di energia. Essa non è quantificabile da scienza alcuna, nessun diagramma o formula matematica è in grado di rappresentarla. É vitalità, è dinamismo, è brio, è quella componente che ci sprona a voler fare, gioiendo consapevolmente del nostro vivere.
Il vampiro contemporaneo invece, condannato per sua indole all' approccio negativo verso la vita ed afflitto altresì da pessimismo cronico, non possiede energia a sufficienza per affrontare la quotidianità, ergo si nutre della tua in maniera subdola, cercando di passare inosservato, facendo il miglior uso della soppiattoneria più ricercata.
Vampiro è colui che ti saluta noiosamente, con fastidio; vampiro è il collega che ti costringe ad ascoltare Radio 24 quando ti culleresti volentieri tra le note di Jack Johnson, vampiro è quel tipo mellifluo che tanto ammiravi in un primo momento, vampiro è chi cerca di sminuire ogni tuo successo, vampiro è quello che dice "hai una brutta faccia stamane" quando in realtà ti senti Brad Pitt. Vampiro è la strafiga che si gasa dei tuoi sguardi facendo finta d'ignorarti. Vampiro è chi fa sterile sfoggio di firme blasonate; pensaci un attimo, che senso avrebbe per un vampiro pavoneggiare un logo a grandi lettere stampato sul posteriore del suo jeans se non avesse la possibilità di mostrarsi ad una sua "vittima"? Cos'altro è il rispondere con la stessa moneta se non il fatto che, a tua volta, sei stato vampirizzato?

Se in alcuni giorni ti sei svegliato felice, per ritrovarti poi con l'umore a terra già dal primo mattino senza apparente motivo, ecco... sei stato vittima di vampiri.

Ora, è ovvio che nella "civiltà" urbana di quei popolosi agglomerati abitativi, tutto questo è portato all'ennesima potenza. Vuoi per l'alta concentrazione di potenziali vittime, vuoi per il consumismo (prima causa scatenante del vampirismo), vuoi per la morfologia terrestre che con le sue piazze, le sue strade ed i suoi "non luoghi" ben si presta come terreno di caccia, le città proliferano di vampiri. Ed anche quando credi di essere al sicuro all'interno della tua tana è il tubo catodico, o un più moderno schermo al plasma, il tramite per mezzo del quale il vampiro colpisce, inesorabilmente. Se non sai difenderti, la depressione è lo stato finale.

Erroneamente, ho sempre pensato che l'alta quota, l'ambiente severo e le sue intrinseche difficoltà portassero ad arginare il problema, confinandolo giù a valle tra lastricate vie e lisce pareti di cemento armato . Insomma, la montagna vista come componente selettiva, un ambiente puro dove incontrare solo virtuosi. Nel mio approccio alla montagna, sposai ciecamente il pensiero di Goethe: "I monti sono maestri muti e fanno discepoli silenziosi", eppure... nonostante tutto ciò, in uno dei miei lunghi trekking di questo mese di giugno ho avuto il primo, sfortunato incontro con un vampiro di montagna.

Sono appena giunto in un rifugio intorno ai 2700 metri senza intravedere la benché minima traccia di un mio simile, quando la sorte decide che io sarò la preda del Dracula d'alta quota. All'interno del bivacco c'è poca luce, eppure il vampiro, guarda caso vestito di nero, indossa larghi occhiali dalle lenti talmente scure da nascondere completamente la sua parte più espressiva.
io : "Salve"
V : "Salve, da dove venite?"
io : "veniamo da (località) "
V: "Ah!, un bel dislivello. E quanto c'avete messo?"
io: "beh" - facendo due calcoli - "6 ore e tre quarti"
V: "troppo."
io: "non mi sembra, è un tempo ragionevole, la carta porta 8 ore..."
V: "mah... vedi, io c'ho messo tre ore e mezza"
io: "quando, oggi? con questo caldo?"
V: "no! oggi è una passeggiata tanto per rilassarmi, sono partito da (località 1200 metri più in alto). Ho fatto il vostro sentiero lo scorso anno, ottenendo quel tempo. Se non ci credi lo possiamo fare insieme."
io: "no, mi guardo bene dall'affrontare imprese che vanno oltre le mie capacità. Immagino che per coprire quel dislivello in tre ore e mezza ci sia bisogno di correre..."
V: "noooo... basta avere un passo veloce."
io: "ho i miei dubbi, ad ogni modo la mia visione del trekking è evidentemente un tantino più turistica."

- Secondi di pausa, mentre sgranocchio un panino - Dopo poco, torna all'attacco:

V. riferito a tutto il gruppo: "Vedo che avete parecchi capi Quechua, non è roba scadente?"
io: "beh... non saranno il massimo, ma una t-shirt termica a 9,90 è sicuramente un buon affare."
V. incredulo: "anche le giacche da alpinismo???"
io: "Sì, 99 euro e fa la sua porca figura, l'ho utilizzata anche in inverno senza troppi problemi. Non sono mica su un 8000! Lo dico paragonando ovviamente a giacche più performanti che ho avuto modo di testare, ma che costano più del triplo"
V:"Ah, che marca?"
io: "Millet"
V: "mmh... si fanno pagare e non sono ottime, questa invece..." indicando il logo Mello's ricamato sul suo windstopper.
io: "..."
V: "Comunque i tuoi pantaloni sono troppo larghi, devi vestire più aderente se vuoi ottenere risultati"
io: "Oh, sono solo vecchi pantaloni, mi ci trovo bene e..." - ripeto - "...non faccio mica le gare".
V: "Comunque questa montagna è discretamente buona solo per lo scialpinismo, io preferisco le Alpi. Voi venite qui anche in inverno a fare scialpinismo?"
io: "Sì, ma con la tavola"
V: "ma come? e come sali?"
io: "ciaspole, ramponi... in base alle condizioni"
V: "Ah, ma va là, comprati gli sci, ti diverti di più. Quella roba lì serve solo a fare acrobazie. Io sto spesso sulle Alpi e ne vedo pochissimi con la tavola. "
io: "Ti credo, lo snowboard ha 20 anni lo sci 200, che dici? Poi, mi permetto di dissentire: premesso che una disciplina non esclude l'altra e le acrobazie si fanno benissimo anche con gli sci, trovo la scelta dell'attrezzo cosa molto soggettiva."
V: " oh beh, allora vieni al nord prendi una funivia e vai in fresca, lì sì che ti diverti. Se guardi la parete del (nome montagna) non vedrai nemmeno un fazzoletto di neve non tracciato."

A questo punto, dovrei far notare l'incongruenza della sua frase (se è tutto tracciato come mi diverto?), dovrei stargli a spiegare che a me piace guadagnarmi la salita, dovrei descrivere il gusto che provo nello scovare, salire e solcare pendii sconosciuti ai più e comunque poco battuti. Dovrei elucubrare sul fatto che frequento, nel mio piccolo e per quanto mi è possibile, anche le Alpi senza per questo sputare nel piatto dove sono solito mangiare. Dovrei dire che è assolutamente da maleducati dialogare con gli occhiali da sole, soprattutto perché siamo quasi al buio, dovrei chiedere di stare un po' zitto perché con il suo fare sta annichilendo la poesia di uno dei luoghi più magici... altro che discepolo silenzioso! Goethe si sta rivoltando nella tomba!

In estremis però, riconosco in lui, un raro esemplare di vampiro di montagna, una specie adattata che ha sviluppato straordinarie capacità di attacco rispetto al cugino di città. Non potendo mostrare la calandra quadricerchiata o la stella a tre punte del suo lussuoso mezzo di locomozione, non potendo identificarsi, tramite simboli o frequentazioni, in una classe sociale elitaria, impossibilitato dalla carente disponibilità di prede, il vampiro di montagna si attacca a tutto, foss'anche un ricamo sulla maglietta, pur di perpetrare la sua opera parassita.

Appena in tempo; strategicamente saluto, ho ancora 8 ore per concludere la traversata; i primi 20 minuti saranno naturalmente dedicati all'allontanamento della negatività che mi è stata iniettata facendo ricorso a quanto di più risolutivo conservo nel mio sapere: il "Free Burping Autogeno(*)".

Occhio ai vampiri...

(*)il Free Burping Autogeno è una terapia in fase di sperimentazione, per maggiori informazioni scrivetemi in privato ;)

martedì, giugno 27, 2006

Clorophilla Film

"Soul, nature and bikes"
è il contenuto di Clorophilla, il nuovo film sulla mountain bike girato interamente in Abruzzo. Il trailer promette veramente bene (m'ha drizzato i pochi peli che ho), i primi commenti dopo l'anteprima mondiale , avvenuta il 23 giugno al cinema Massimo de L'Aquila, sono stati estremamente positivi.

Per chi volesse approfondire: Sabato 1 Luglio, presso il Pub irlandese "Wallace", all'interno del centro commerciale L'Arca di Spoltore (PE), ci sarà la seconda proiezione pubblica. Info: Clorophilla

Io... purtroppo, non potrò esserci - sti cazzi, direte voi - , mi piacerebbe però che qualcuno riferisse (anche tramite commento, :-) grazie) d'impressioni e delle modalità d'acquisto di Clorophilla che al momento sembra essere venduto solo in America.

Aggiornamento 13 Luglio : disponibili maggiori informazioni su primadanoi.it

Aggiornamento 21 Luglio : ora il dvd è acquistabile qui

domenica, giugno 25, 2006

L'alacre scialpinista

Lo snowboard-alpinismo checché se ne dica, ha tanto da imparare dallo scialpinismo. In ogni caso, pur volendo negare una certa sudditanza... l'incrocio con la comunità dei fuoripistaioli frontali è un fatto pressoché inevitabile. Sono ad esempio, per lo più corsi di scialpinismo quelli indetti dal C.A.I. ed ai novelli snowboarders non resta che adattarsi umilmente. Le aziende specializzate in abbigliamento da snowboard sono orientate verso una ricerca più stilistica che pratica, e comunque spesso non adatta allo scopo in oggetto, rendendo giocoforza necessario il ricorso a capi di natura schiettamente scialpinistica. Nivologia e valanghe sono sì aspetti comuni, ma con i quali gli sciatori si confrontano da almeno 200 anni (alcune immagini datate 1890 dovrebbero far impallidire anche il più cieco fautore dello snowboard), ovvio quindi fare riferimento a chi possiede maggiore esperienza. Le pubblicazioni cartacee dalle quali attingiamo (con non poche difficoltà dovute alla rinnovata praticabilità del diverso attrezzo) le preziose informazioni, sono guide scialpinistiche. Anche sul web ahimé, la scelta degli itinerari avviene in via di massima, su portali di scialpinismo...

É su uno di questi portali che avviene il famigerato incontro con l'alacre scialpinista.
Felice, fiero e gaudente delle mie 15 session (18 se vogliamo includere 3 insuccessi) backcountry 2005/2006, ignoravo alla grande del crollo devastante che di lì a poco avrebbe subito il mio umore. Majella di qui, Gran Sasso di là, il mouse corre veloce abbattendo distanze ed ostacoli, finché l'attenzione viene catalizzata da un nome che mi avevano già fatto notare, e non solo a scuola: "Annibale".

Il nome dell'alacre scialpinista firma molti itinerari, tanti itinerari, troppi itinerari! d' Abruzzo e della Val D'Aosta, del Trentino e di località d'oltralpe... Annibale, anche senza elefanti, sembra non avere mai pace. Così, dando libero sfogo alla mia curiosità ed ignaro di quello che avrei provato, trovo finalmente ciò che non avrei dovuto vedere :

gli itinerari di Annibale (va letto con voce da trailer cinematografico)

Vi risparmio la fatica: nella sola stagione 2005/2006 l'alacre scialpinista ha portato a termine nientepopòdimenoché... 92 uscite! Stacanovista dell'ascesa, insaziabile discesista, diciamo anche che, tanto per darci un'idea, ha sciato per tre mesi di fila, tutti i giorni, consecutivamente. Mentre io, comune mortale, ero impegnato in cose noiose quali guadagnarmi da vivere, scaccolarmi al semaforo, bestemmiare per un parcheggio, sopportare un collega, fare le code, produrre e consumare, bere e pisciare ed altri cicli necessari alla sopravvivenza... compreso quello di una speranzosa attesa settimanale di un fottutissimo week-end di sole sulla neve.
Oh! novantadue uscite in un solo inverno è cosa difficilissima da realizzare, è utopia! anche se ti chiami Asdrubale, vivi di rendita, non fai nulla nella vita, il sole t'insegue , ti sorridono i monti e le caprette ahimè... non ti salutano più perché si sono rotte veramente il cazzo di vederti passare.

Grande Annibale, complimenti Annibale.
Eh sì... lo snowboard-alpinismo ha molto da imparare dallo scialpinismo.

lunedì, giugno 19, 2006

Libere esternazioni di recenti momenti di vita

Mi accorgo che mi sto facendo vecchio quando ascolto i miei primi amici riders trattar di terapie, mi accorgo che mi sto facendo vecchio dagli spazi invertebrali non più adatti ad attutire una flattata, mi accorgo che mi sto facendo vecchio dalla cattiva digestione dell' astrusa nomenclatura freestyle, dal cavallo basso di un pantalone over-size che comunque va "stretto", dal yo-yo cadenzato di certe cantilene rap che abdicano in favore di vetuste stereo 4(!) di Kurtis Blow.

Mi accorgo che mi sto facendo vecchio perché m'attizza più la Zeta Jones che Avril Lavigne. Mi accorgo che mi sto facendo vecchio quando intorno a me tutti comprano i mobili per la prima volta ed io li devo rinnovare. Mi accorgo che mi sto facendo vecchio perché ho smesso di credere al centro, ma anche alla destra ed alla sinistra. Mi accorgo che mi sto facendo vecchio quando provo malinconia di fronte a certe cose .

Mi accorgo che mi sto facendo vecchio quando la piccola climber (in foto, mentre posa per PareteNord.net) a chiare lettere pronuncia: "Papà... è assolutamente c-o-n-s-e-q-u-e-n-z-i-a-l-e".

Mi accorgo che mi sto facendo vecchio quando avverto che il punk non è più U.K. Subs ma Blink182, che la disco è Sophie Ellis Bextor e non Gloria Gaynor, Kylie Minogue e non Donna Summer, che il soul è Craig David e non Marvine Gaye, che Ray Parker Jr. ed i Ramones sono parte integrante d'un glorioso passato...

Mi accorgo che mi sto facendo vecchio da millemila motivi ma soprattutto da quando la mia testa, nell'intento d'aggiornare questo blog, s'avvicina sempre più al monitor. É l'ora dell'oculista, lo sapevo... prima o poi doveva arrivare.


Lei è affabile, elegante, cordiale, coetanea, mi invita con fare pacato all'interno di una stanza segreta (non è una storia di sesso, verrei a raccontarvela?) . La parete a specchio si apre e... voilà, sono all'interno di un'astronave, l'ambiente è talmente ovattato da sembrar d'essere appena allunati (non sono mai stato sulla Luna ma immagino sia così). La sua voce sussurata giunge chiarissima, seguo i consigli accomodandomi sull'avveniristica poltrona. Un braccio meccanico posiziona una spessa maschera metallica all'altezza del mio viso. Poggio il mento; si esamina prima un occhio, poi l'altro. All'interno vedo un bel prato verde con una casetta bianca, sullo sfondo l'inteso azzurro di un cielo terso. Pochi rilassanti secondi, mentre il fuoco dell'immagine va e viene. D'un tratto, quando lo stato di trance è quasi all'apice, il braccio torna al suo posto lasciando bruscamente aperta la visuale sullo sguardo serio ed apparentemente preoccupato della dottoressa.
"Sì, ci sono problemi..." mi dice; io mi faccio sempre più piccolo di fronte alla sua espressione ora inquisitoria, poi continua:
"Perché vedi... tu, da bambino...".
"da bambino COSA???!!!" - penso tra me e me - In un attimo la mia materia grigia viene invasa da una assurda poltiglia adolescenzial/trash, da "Le Ore" al "Camionista", da "Il Tromba" a "Lando", da Cicciolina a Moana, da Tano a Pontello, mentre nelle orecchie rimbomba reiterato il karma orgasmico "ifix tcen tcen, ifix tcen tcen!!!".
"ma allora... è tutto vero?" - continuo a pensare nella lunghissima frazione di secondo - mentre disagio, soggezione ed imbarazzo, sottoforma di bassorilievo, si stampano sulla mia faccia.
Finché lei: "...hai avuto una ipermetropia non curata".
"Fiuuuu....".

N.B.: il "Fiuuu..." è il primo sospiro ventriloquo della storia dell'umanità (il fatto è assolutamente reale) e se tu ricordi appena la metà delle citazioni sei vecchio almeno quanto me. :)

sabato, giugno 17, 2006

Backcountry: il Vallone di Vradda

Mai dire mai. Ho osservato per una settimana intera i residui dell'ultima, fortuita perturbazione. Da lontano, ogni mattina ed ogni pomeriggio, come innamorato... ogni qualvolta lo sguardo me lo ha permesso. Ho osservato il bianco assottigliarsi in una scontata resa, cedere gradualmente lo spazio alla roccia scura, arretrare. Ho comunque sperato che la buona sorte mi lasciasse ancora una possibilità.

Contrasti: è l'intermittente luminescenza di alcune lucciole che sferza il buio della notte, è l'incertezza che provo in quel mentre, quando l'intero armamentario backcountry torna a sorpresa ad occupare nuovamente il bagagliaio.

Contrasti: è l'essere qui in snowboard il 17 giugno e non crederci.



Contrasti: è neve ancora straordinariamente bianca ed un verde deciso e brillante.



Contrasti: è una lama obliqua che taglia silenziosamente il cielo.



Contrasti: è vecchio e nuovo.



Contrasti: è una traccia dal valore tanto effimero quanto inestimabile.



Contrasti...



Oggi il Camicia mi ha regalato almeno 700 metri di discesa continua, impensabili per la primavera inoltrata. S'è concessa facilmente con due ore di salita, senza pretese, donandomi una neve fin troppo scorrevole. É stato il bonus 2006. L'ho sfruttato fin in fondo, esagerando oltremodo, quando il buon senso aveva già suggerito di proseguire a piedi; ma cos'altro è un graffietto in più sulla soletta se non una piccola ruga di saggezza?

Folle io? chissà, forse sì, forse no. Di certo non ero l'unico a surfare un manto definito "stupendo".

Nel primo pomeriggio le fumanti estremità inferiori hanno trovato refrigerio nelle acque dell'Adriatico...

Contrasti: montagna e mare. Strabiliante aspetto d'un meraviglioso Abruzzo :)

mercoledì, giugno 14, 2006

Nuovi bloggers

Beccato in flagrante! Benvenuto Marco! :)

il link rimarrà fisso sulla colonna di destra appena sotto quello del grande Giufo.

lunedì, giugno 12, 2006

Trip visivo, traveggole o voglia di montagna?

É un medicinale, non somministrare prima di aver letto le avvertenze:

1 - Fissa il crocino nero al centro dell'immagine per 30 secondi.
2 - SENZA togliere lo sguardo dalla croce, passa il puntatore del mouse sull'immagine.
3 - Quando vuoi, sposta lo sguardo...

Ora clicca... prestidigitazione!!!

domenica, giugno 11, 2006

Meraviglie della natura

Capita che anche io, assoluto fautore dell'alta quota, di tanto in tanto mi trovi a zero metri sul livello del mare.

Perdono, non è certamente questa la sede adatta per trattare di fauna ed ambiente marino ma l'incontro, su una riva qualsiasi in quel dello Ionio, con un "coso" di dimensioni mostruose, mi ha lasciato alquanto strabiliato.

giovedì, giugno 01, 2006

Scarpar

Non mi sono mai lasciato ammaliare dai surrogati dello snowboard; benché abbia cercato, alla fine delle scorse stagioni, di soddisfare la voglia di scivolamento in maniera alternativa, sono arrivato alla conclusione che nulla può sostituire il gusto di vincere l'attrito radente sulla neve. La neve è insomma condizione indispensabile; è tramite i suoi cristalli che la discesa diventa libera... leggera, è perché è soffice che la paura di cadere viene esorcizzata, è perché è bianca che tutto diventa così magico.

Ergo, dopo aver testato sul primo strato di epidermide l'azione abrasiva dell'asfalto, con buona pace della mia situazione emotiva, ho smesso di credere a palliativi quali skate motorizzati, longboard ed ammenicoli vari. Il marchingegno in questione però, ha stimolato la mia curiosità.

Dal sito ufficiale:
1) Non è un giocattolo, tra le intenzioni del costruttore v'è anche l'idea di utilizzarlo come mezzo di soccorso.
2) É in grado di circolare su qualsiasi tipo di terreno.
3) La progettazione, ad opera di Dan Baldwin, risale al 1994 (12 anni di studi non sono pochi !).
4) Attualmente non ancora in commercio... forse nel 2007.
5) Con i suoi 29 Kg di peso dovrebbe essere in grado di raggiungere velocità prossime ai 60, 80 km/h !!!

Ecco - mi son detto - chissà che non riesca a farmi male per davvero con questo coso.

Altre info sul sito scarpar.com