Backcountry: Gran Sasso - Canale Bissolati
Una forzatura, una scommessa con noi stessi... ancora prima che una scelta dettata da spontanea volontà, ma il desiderio di ridurre al minimo la lunga parentesi estiva è troppo forte per non approfittare dell'ultimo scampolo di neve.
Il Corno Grande del Gran Sasso, con i suoi 2912 metri di altezza, è tra le poche vette predestinate per natura a conservare i rimasugli di un inverno che è ormai parte integrante di un recente passato.
Per mera preferenza personale effettuiamo "The Last Descent", come mi pare giusto chiamare la discesa di un maggio inoltrato, dal Canale Bissolati dopo aver conquistato l'accesso arrancando sulla Direttissima.
Foto di repertorio. Punteggiatura verde:salita - linea blu: discesa.
Il manto è letteralmente "sfasciato" dalle centinaia di presenze che lo hanno calpestato, l'ascesa con le rinnovate difficoltà di una neve piuttosto marcia è di fatto più vicina ad una salita alpinistica di quanto non lo fosse stata prima d'ora. Ed infatti per lo più sono alpinisti quei pochi che ci accompagnano. Di tavole... ovviamente, nemmeno a parlarne; solo "Snowbi" e l'amica s'apprestano fugaci alla loro ultima fatica di stagione.
Raggiungiamo la vetta alle 12, pochi e veloci preparativi prima di "buttarci" nel ripido inghiottitoio di 40° di pendenza. Come ogni discesa che m'appresto a compiere per la prima volta, anche quella del Bissolati scatena in me quel misto di sensazioni contrastanti meglio conosciuto col nome di adrenalina. So di una strettoia, avverto il ghiaccio iniziale, paura di trovare il canale malmesso peggio della Direttissima, il pensiero di dover risparmiare la discesa a tre alpinisti poco più in basso... eppure la voglia di surfare su ripido accanto a torrioni di roccia, concentrarsi per una sola curva, toccare con mano la parete quando si è in lamina front sono indiscutibili dettagli di una pratica divenuta ormai droga.
La strettoia è larga quanto la mia tavola di traverso, il ghiaccio ed alcuni sassi precipitati dall'alto ne rendono il passaggio abbastanza difficoltoso.
Dopo l'uscita però tutto sembra cambiare, spazi più ampi e firn fortunatamente liscio e gradevole alla lamina.
La fine delle tensioni lascia spazio al puro divertimento. Forse lo neghiamo entrambi, ma la consapevolezza dell'ultima discesa dona ad ogni curva, ad ogni singolo movimento, un sapore di una intensità tale che sono sicuro, alimenterà fortemente i ricordi per tutta la durata dell'imminente estate.
Ambiente selvaggio e suggestivo ma ahimè, breve... dannatamente succinto nel mostrare la folgorante bellezza dei suoi 400 metri di dislivello.
In un batter d'occhio sfociamo nella parte bassa lasciandoci alle spalle l'estremo baluardo d'un contrastato e prolifico inverno. L'impressione è d'aver vissuto un miraggio, un momento effimero alquanto incongruo nella calura che soffoca le valli, ciononostante pienamente soddisfatti ed assolutamente pregni di gioia.
"Last Descent", ed è già penetrante malinconia...
Il Corno Grande del Gran Sasso, con i suoi 2912 metri di altezza, è tra le poche vette predestinate per natura a conservare i rimasugli di un inverno che è ormai parte integrante di un recente passato.
Per mera preferenza personale effettuiamo "The Last Descent", come mi pare giusto chiamare la discesa di un maggio inoltrato, dal Canale Bissolati dopo aver conquistato l'accesso arrancando sulla Direttissima.
Foto di repertorio. Punteggiatura verde:salita - linea blu: discesa.
Il manto è letteralmente "sfasciato" dalle centinaia di presenze che lo hanno calpestato, l'ascesa con le rinnovate difficoltà di una neve piuttosto marcia è di fatto più vicina ad una salita alpinistica di quanto non lo fosse stata prima d'ora. Ed infatti per lo più sono alpinisti quei pochi che ci accompagnano. Di tavole... ovviamente, nemmeno a parlarne; solo "Snowbi" e l'amica s'apprestano fugaci alla loro ultima fatica di stagione.
Raggiungiamo la vetta alle 12, pochi e veloci preparativi prima di "buttarci" nel ripido inghiottitoio di 40° di pendenza. Come ogni discesa che m'appresto a compiere per la prima volta, anche quella del Bissolati scatena in me quel misto di sensazioni contrastanti meglio conosciuto col nome di adrenalina. So di una strettoia, avverto il ghiaccio iniziale, paura di trovare il canale malmesso peggio della Direttissima, il pensiero di dover risparmiare la discesa a tre alpinisti poco più in basso... eppure la voglia di surfare su ripido accanto a torrioni di roccia, concentrarsi per una sola curva, toccare con mano la parete quando si è in lamina front sono indiscutibili dettagli di una pratica divenuta ormai droga.
La strettoia è larga quanto la mia tavola di traverso, il ghiaccio ed alcuni sassi precipitati dall'alto ne rendono il passaggio abbastanza difficoltoso.
Dopo l'uscita però tutto sembra cambiare, spazi più ampi e firn fortunatamente liscio e gradevole alla lamina.
La fine delle tensioni lascia spazio al puro divertimento. Forse lo neghiamo entrambi, ma la consapevolezza dell'ultima discesa dona ad ogni curva, ad ogni singolo movimento, un sapore di una intensità tale che sono sicuro, alimenterà fortemente i ricordi per tutta la durata dell'imminente estate.
Ambiente selvaggio e suggestivo ma ahimè, breve... dannatamente succinto nel mostrare la folgorante bellezza dei suoi 400 metri di dislivello.
In un batter d'occhio sfociamo nella parte bassa lasciandoci alle spalle l'estremo baluardo d'un contrastato e prolifico inverno. L'impressione è d'aver vissuto un miraggio, un momento effimero alquanto incongruo nella calura che soffoca le valli, ciononostante pienamente soddisfatti ed assolutamente pregni di gioia.
"Last Descent", ed è già penetrante malinconia...
2 Comments:
e adesso preparatevi ad escursioni estive ;))))
micia
By Anonimo, at 14:43
l'estate la passeremo facendo escursioni, ma ancora di piu' la passeremo aspettando la prima nevicata di novembre....e gia' sapete dove saremo noi.
giusto Barone?
Dante
By Anonimo, at 08:50
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