Attraversando la Majella (Il Vallone di Taranta)
La traversata in oggetto è tra le più estese del massiccio; parto, in compagnia di quattro sciatori dal versante ovest, in quel di Campo di Giove (1100 m.), per ridiscendere il versante est fino a valle, scivolando lungo il Vallone di Taranta. Saranno dieci ore di fatica e sudore, ma anche una giornata indimenticabile vissuta a stretto contatto con la montagna.
Potevamo optare per una via più breve, ma un po' perché volevamo visitare nuovi posti, un po' tanto perché siamo inguaribili masochisti, abbiamo scelto una lunga via; così eccoci qui, dopo un'ora dalla partenza, a fare il filo ai lunghi skilift abbandonati di Campo di Giove.
Del resto, solo un paio d'ore, ed anche gli ultimi baluardi di un comprensorio che fu, sono destinati a scomparire.
D'ora in poi solo neve e bianco accecante...
Una distesa senza fine, sterminata, in cui i nostri piccoli passi assumono un significato pressoché nullo. É "Femmina Morta", pianoro desolato, candido deserto immacolato, dove siamo solo noi ad interrompere la bianca continuità dei cristalli di neve. Il bivacco Pelino, appena visibile all'orizzonte sembra non avvicinarsi mai, forse sto camminando su un enorme tapis roulant alla ricerca di una meta utopistica; in quel mentre, nella mia mente echeggia ossessivamente una metafora di Eduardo Galeano . Non trovo altre parole per descrivere oltremodo cosa si prova, spero le foto possano farlo per me:
Finalmente dopo circa 5 ore, svalichiamo con un lungo traverso il Monte Macellaro (2646), sullo sfondo un gruppo di sciatori diretti al Monte Amaro prosegue lungo la spianata. Devo ammetterlo (...e due), non li ho invidiati affatto, ho scoperto che anche camminare in pianura è per me un po' noioso; guadagnare metri di dislivello ad ogni passo m'appaga insomma maggiormente.
La pendenza è molto dolce, la neve assestata (e un po' marcia dal caldo) comunque permette di scivolare tranquillamente. Quella iniziale è, in buona sostanza, una discesa turistica; ma non mi dispiace per nulla! Di questo ambiente, non posso assolutamente perdermi la "prima visione" guadagnata con così tanta fatica.
A circa 2400 s.l.m., mi divido dal resto del gruppo; loro, intendono aggirare L'Altare dello Stincone sulla sinistra, tratto che presenterebbe meno difficoltà, io sulla destra, dove avrò il primo assaggio di una pendenza ragionevolmente giusta. Devo ammetterlo (...e tre) - senza vanto - osservare la mia traccia unica e solitaria venir fuori repentinamente da sotto la formazione rocciosa dell'Altare, ha destato in me grande soddisfazione.
Ed anche qui... i fatti mi cosano! L'uscita esiste e ci permetterà di proseguire, attrezzi ai piedi, fino all'ultimo lembo di neve...
...situato a 1470 metri sul livello del mare, in prossimità di quella enorme cavità nella roccia, meglio conosciuta con il nome di Grotta del Cavallone.
Da qui in poi saranno solo sassi e... devo ammetterlo (quinta ed ultima ammissione) avrei preso volentieri la bidonvia se solo fosse stata in funzione!!!
3 Comments:
grazie
micia
By Anonimo, at 14:37
Ciao Powder!
Ho letto con ammirata attenzione il tuo bel report e ho guardato tutte le foto: scrivi bene e scatti ancora meglio! E che dire del backcountry, dello snow e della passione per la montagna? Beh, quella l'abbiamo in comune, come hai visto!
Io vivo per il freeride e ho la fortuna di riuscire a ritagliarmi un lungo periodo sulle alpi ogni anno.
Ti ringrazio per il link. Se continueremo a commentarci stabilmente ti linkerò volentieri come faccio con tutti gli amici che visitano regolarmente il mio blog.
Ancora complimenti!
Aloha
Giufo
By Anonimo, at 23:48
@Micia: e di che? ci mancherebbe...
@Giufo: Grazie, i complimenti sono reciproci! :)
By ErreBì, at 07:21
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