Montagna = Libertà (?)
Montagna è uguale libertà. L'ho sempre pensato, c'ho sempre creduto. La sensazione di libertà è immanente di determinati luoghi. Qualcosa di atavico, dimenticato in qualche gene, resuscita irrefrenabilmente in me ogni volta; quando osservo incantato svettanti campanili di roccia così come quando meravigliato, ammiro i fiocchi di neve scendere danzando, o come quando sgombro di pensieri, surfo sterminate distese di bianchissima neve. É un mondo primitivo, in cui ci si muove liberi. Freeride per l'appunto, cavalcare senza regole se non quelle imperative di madre natura.
É per tutto questo, per un non meglio definito turbinio trepidante d'intense emozioni che ho smesso a poco a poco di frequentare i divertimentifici, i caroselli di piste, i luna park della neve o chiamateli come volete... Oggi osservo - fortunatamente! - dall'esterno e resto sempre più colpito da quanto sta accadendo: convivenze problematiche in spazi troppo stretti in cui qualcuno ha energicamente pressato, illudendo con dati chilometrici e portate orarie, molti appassionati; in cui qualcuno ha deciso che è lì la montagna da vendere, a piccoli pezzi su banda magnetica... ed in cui crede di porre rimedio adattando la sua incongrua legge fatta di articoli ed emendamenti.
Inevitabile quindi il minaccioso approdo di sanzioni pecuniarie - e non - nei resorts sciistici. Non ne parlano le fonti ufficiali, troppo impegnate a raccontare - in un coro noiosamente amalgamato - dei fratelli Schoch e delle alterne vicende di Corinna Boccacini ed Isabella Dal Balcon; non ne parlano nemmeno i portali dedicati, forse per conservare un legittimo tono d'imparzialità, ma il potere di internet è grande ed ogni singola voce diviene un mattoncino di un muro che eleva alto il suo disaccordo.
Da Passolanciano a Campo Felice passando per Ovindoli dove il "colpevole", reo d'aver "effettuato un salto in prossimità di un cannone sparaneve", allerta mostrando il suo "verbale d'illecito amministrativo" appena contestato. Grande eco ha suscitato e continua a suscitare il leash obbligatorio, se ne parla tanto: qui , qui , e qui , tanto per citare qualche fonte. Scrutando poi tra le mille righe della legge regionale si scopre altresì che non è solo vietato frequentare una pista senza leash, ma che è vietato accedere in snowpark senza casco, che è vietato risalire una pista a piedi, che è vietato farlo anche con gli sci, che è vietato accedervi in ogni modo fuori dagli orari prestabiliti, che è vietato in certi casi anche il fuoripista, che è vietato assumere traiettorie rettilinee, che è vietato il sorpasso parziale di classi d'insegnamento, che è vietato assumere posizioni incompatibili con l'andatura turistica degli altri utenti, che è vietato introdurre animali domestici... per favore, basta.
Non voglio discutere su questa o quella norma, ognuna a suo modo condivisibile o meno. Ho già preso le mie decisioni disertando sistematicamente alcuni comprensori, almeno quelli che tendenzialmente si sentono in dovere di applicare alla lettera ogni singolo articolo trincerandosi dietro un atteggiamento da discutibili tutori dell'altrui sicurezza.
Voglio capire invece perché, a monte di questo sterile legiferare che ha l'unico vantaggio di arricchire le casse di chissà quale ente, non v'è lo sforzo di divulgare una buona cultura del turismo montano, sia esso invernale che estivo; non v'è sensibilizzazione al rispetto dell'ambiente ed alla propaganda del rispetto reciproco e della convivialità; del perché la stessa regione latita vergognosamente nella doverosa opera di diffusione delle norme da essa stessa emanate, del perché ancor prima di imporre una rigida ottemperanza delle regole non c'è impegno a produrre sana e redditizia prevenzione... affinché si possa viver sereni e spensierati uno strafottutissimo giorno di pura e meritata libertà.
Forse il mio è uno sfogo altrettanto sterile (o magari finisce che convinco qualcuno e mi dò alla politica eh,eh,eh), ma voglio citare anche qualche stralcio autorevole, non esplicitamente riferito al fatto in questione, scritti però da chi la montagne la vive, da chi VIVE per la montagna. Le frasi che seguono, seppur tratte da editoriali risalenti al 2002, sono dannatamente attuali se non addirittura profetiche:
...Qualcuno vorrebbe farci credere che la neve è un bene prezioso per la montagna, una "risorsa" economica. Il carburante di un business fatto di aziende che producono, vendono e guadagnano sulla neve e con la neve. Qualcuno vorrebbe farci credere che la neve è affar loro. Snow Business. Neve programmata e da programmare. Neve liscia, fresata e compattata, lavorata come materia. Neve a comando, come e quando vogliono i "signori della montagna". Quelli che si sentono i padroni della neve perché ci vendono i loro prodotti, i loro servizi o le loro cose superflue a cui non sappiamo rinunciare quasi più.E invece no. La neve è roba nostra. La neve arriva per tutti. Libera e indipendente. In un mondo fatto di programmazione e di omologazione universale, godete pensando all'idea che ci sia ancora qualcosa che nessuno può governare. La neve è una delle ultime libertà di cui disponiamo. Sorridete se la neve arriva fuori tempo. E' perché è ribelle che fa così. E' per ricordarci che siamo liberi che il cielo ci regala la neve.
[...]
Forse voi non avete ancora capito, ma è in gioco la possibilità di continuare a sciare liberi, di andare sulle montagne come e quando vogliamo. Con rispetto, ma liberi. È in gioco la nostra stessa libertà, ma ciò che è più grave è che il potere di decidere del nostro futuro è nelle mani di chi di freeride non ne capisce proprio niente. Politicanti, giornalisti, amministratori, federazioni sportive, associazioni di categoria, aziende e commercianti. Mentre eravate in giro a sciare vi siete dimenticati di pensarci, ma purtroppo noi non siamo rappresentati adeguatamente in nessuna di queste categorie.Siamo messi molto male; se non ci diamo una sveglia saremo destinati ad essere rinchiusi in riserve come bestie. Ghettizzati. La libertà di ciascuno, dicevano a scuola, finisce dove comincia quella degli altri. Oggi non basta più. La libertà di ciascuno finisce nel cesso se nessuno si prende in prima persona la briga di farla rispettare. C’è gente in giro che non sa rispettare la libertà degli altri e se ne vanta. Tocca a ciascuno di noi ora fare qualcosa di utile. Avanti!
Forse voi non avete ancora capito, ma è in gioco la possibilità di continuare a sciare liberi, di andare sulle montagne come e quando vogliamo. Con rispetto, ma liberi. È in gioco la nostra stessa libertà, ma ciò che è più grave è che il potere di decidere del nostro futuro è nelle mani di chi di freeride non ne capisce proprio niente. Politicanti, giornalisti, amministratori, federazioni sportive, associazioni di categoria, aziende e commercianti. Mentre eravate in giro a sciare vi siete dimenticati di pensarci, ma purtroppo noi non siamo rappresentati adeguatamente in nessuna di queste categorie.Siamo messi molto male; se non ci diamo una sveglia saremo destinati ad essere rinchiusi in riserve come bestie. Ghettizzati. La libertà di ciascuno, dicevano a scuola, finisce dove comincia quella degli altri. Oggi non basta più. La libertà di ciascuno finisce nel cesso se nessuno si prende in prima persona la briga di farla rispettare. C’è gente in giro che non sa rispettare la libertà degli altri e se ne vanta. Tocca a ciascuno di noi ora fare qualcosa di utile. Avanti!
(Emilio Previtali)
Meditate amici... meditate.
2 Comments:
quoto emilio, ma soprattutto quoto rossano.
By Anonimo, at 11:57
Quando ho guardato questo articolo ho detto: "Quant'è lungo!?!?!?!?"
Ho cominciato a leggerlo e... sono arrivato alla fine senza rendermene conto....
Cavolo...tutte cose che condivido...
By mattadori, at 09:57
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