:: Elucubro ::

lunedì, marzo 28, 2005

Backcountry - Majella, il monte Pizzalto

In queste grigie, umide e calde giornate di fine marzo, l'inverno appena trascorso appare già un lontano ricordo. Decido di tamponare la malinconia visionando quanto di più bello sono riuscito a catturare con l'obiettivo della digitale. Ricordi... sensazioni, persino profumi e suoni s'intrecciano nella mia mente osservando le immagini che si susseguono sul monitor ad intervalli di qualche secondo. Accenno ad un sorriso navigando nella piccola cartella del Monte Pizzalto; undici misere foto datate '12 marzo 2005' documentano quello che per me era "scarso materiale" per poter essere pubblicato, ma che oggi, pressato dall'irruente primavera, assume un rinnovato valore.
L'ora legale non mi è d'aiuto, ma la facile esperienza backcountry al Monte Pizzalto ha tutto il diritto di essere ricordata:

Affrontiamo la salita in sei, cinque "ciaspolatori" ed una split; la direzione è intuitiva, due antenne piantate in vetta ben visibili dalla strada, sono la nostra meta.

Dai circa 1300 mt. s.l.m. del nostro punto di partenza è altresì facile osservare il bosco che si apre quasi a voler indicare il percorso ottimale da seguire.

Oltrepassata la macchia boschiva, percorriamo un immenso pendio interrotto solo da pochi piccoli pini. La posizione regala un suggestivo panorama sul Monte Rotella.

Impieghiamo in totale un paio d'ore per raggiungere la tondeggiante vetta a circa 2000 mt., scorgiamo esterrefatti che quelle che sembravano da valle due antenne GSM tipiche di città, sono in realtà degli orribili quanto enormi ripetitori radio (uno in foto) che rapiscono gran parte della naturale poesia del luogo.

Lo stesso dicasi per le fatiscenti baracche in lamiera, ma queste ultime se non altro... fungono da provvidenziale riparo dal forte vento. Alle nostre spalle, ben visibile nella sua maestosità, l'intero massiccio della Majella.

La discesa è particolarmente godibile nella parte alta grazie ai grandi spazi e ad una buona pendenza. I 700 mt di dislivello al solito, si divorano in un unico, intenso attimo.

Voglio ricordare così questa splendida giornata: con la mia scia e quella di "Superan3a" che intrecciandosi tra loro tracciano la sagoma stilizzata di una grande ala.

Beh, volevo scacciare la malinconia. Temo d'aver peggiorato la situazione! :-)

(Monte Pizzalto) Luogo di partenza: Fonte dei Monaci, in prossimità del km 14 della strada che collega Pescocostanzo (AQ) al Bosco di Sant'Antonio.
Nota: attenzione ai cani abbastanza numerosi nella zona.

domenica, marzo 20, 2005

Backcountry - Monte Turchio

20 Marzo 2005, in una giornata in cui il pericolo valanghe è marcato 4 forse sarebbe opportuno rinunciare all’uscita backcountry ma la forte passione, la giornata decisamente primaverile con cielo terso ed un sole splendido non consentono affatto di soprassedere.
Consultando quella che ormai è diventata la nostra bibbia, una sorta di inseparabile manuale delle giovani marmotte, optiamo per il Monte Turchio, un itinerario semplice e a basso rischio ma decisamente affascinante.
Seguiamo le indicazioni che ci portano nella Marsica, troviamo con facilità l'accesso presso il Rifugio del Diavolo e di lì partiamo per una strada coperta di neve che si dirige in una piana da dove, a pochi minuti di cammino, incominciamo a salire una ripida ma breve pendenza.

Durante la salita è d’obbligo guardarsi intorno, osserviamo uno splendido e invitante anfiteatro e sullo sfondo, a forma di piramide, il Monte Marcolano, la cui allettante pendenza ci spinge a consideralo come prossima meta tanto più che il percorso per raggiungerlo è un sentiero nel bosco davvero caratteristico consigliatoci anche da escursionisti locali.

Dopo il ripido inizio proseguiamo a destra, ci si apre davanti un bel pistone nel bosco: la pendenza, tranne alcuni tratti non è mai eccessiva e il dislivello totale, solo 600 metri, rendono il percorso una piacevole passeggiata.

La vetta è contrassegnata dalle fatidiche due croci.

L’arrivo in cima dà sempre soddisfazione, prima di gustarci i panini ci gustiamo il paesaggio.

É giunto il momento della discesa.


Una sosta per godere dello splendido posto prima di affrontare l’ultimo tratto, breve ma ripido al punto giusto...

...e poi giù ad aggiungere le nostre tracce a quelle di qualche sciatore che giorni prima ci ha preceduto.

Per concludere: Monte Turchio, escursione facile, breve ma godibilissima in un posto incantevole e poco frequentato, ne conserveremo sempre un bel ricordo.
by Max

(Monte Turchio) luogo di partenza: autostrada A25 Roma-Pescara--> uscita Pescina --> statale 83 direzione Castel di Sangro --> Rifugio del Diavolo (1400 mt. s.l.m.). Guardando il rifugio l'accesso è sulla sinistra.
Tempo di salita: 2 ore

sabato, marzo 05, 2005

Il Bosco Incantato

Piana delle Mele, facilmente raggiungibile in auto nella bella stagione, è una località conosciuta non solo per la sua faggeta/pineta e per la ben attrezzata area pic-nic, ma anche come accesso a sentieri di trekking estivo. La piana è situata all'interno del comune di Guardiagrele (Chieti) a soli 930 metri s.l.m.; se non fosse stato per la straordinaria quantità di neve dell'inverno 2004/2005, mai avrei associato il sopra citato posto da barbecue (non me ne vogliano i ferragostani incalliti), all'inseparabile tavoletta.
Ma tant'è, la materia prima v'è in abbondanza (in quota persino troppa), la nebbia sembra non permettere altro, perché non approfittarne?Cinque marzo, l'atmosfera del piazzale deserto alle 9 del mattino è surreale. Il silenzio ovattato, la staticità della vegetazione e l'appiattimento dei colori dovuto al filtro nebbia ci suggeriscono immediatamente un non troppo originale "Bosco Incantato".

Non sappiamo bene quanta neve c'è, ci accorgiamo però che i grossi tavoli in legno con panche annesse sono completamente spariti sotto la coltre! nemmeno un accenno che ricordi la loro sagoma, il manto appare uniformemente distribuito, tipico dei fiocchi che cedono piacevolmente indisturbati alla gravità.Nel bosco siamo catapultati letteralmente in un'altra dimensione, bastano pochi passi per assistere ad uno spettacolo unico: l'altezza del manto dal basso ed i rami appesantiti dall'alto formano un'immaginaria, invitante galleria verso l'ignoto.

Non impieghiamo molto a raggiungere il rifugio C.A.I., è la fine della comoda passeggiata...

... salendo di quota il bosco diviene più fitto ed i rami piegati ostacolano il passaggio costringendoci a faticose vie alternative. Lo snowboard non è di poco intralcio, ma un timido sole ci incoraggia a proseguire nonostante le difficoltà.

Solo dopo un paio d'ore (tra le più bellicose delle mie salite) guadagniamo un effimero spazio aperto. Lo spuntone di roccia che si erge verso Bocca di Valle viene scherzosamente da noi nominato "il dente del giudizio"... riferito ad una maturità che probabilmente non raggiungeremo mai. 75 anni in due e tanta voglia di scivolare!


A mezzogiorno ci concediamo un break mangereccio al di sopra delle nuvole. Assorto nei miei pensieri mi chiedo: "Sarà mica così il paradiso?"

Di fronte a noi, incredibilmente vicine, le incongrue antenne del Pomilio; ci piacerebbe considerarle la nostra meta, ma le minacce che incomberebbero sulle nostre teste sono abbastanza esplicite. Chi l' ha detto che sulla Majella non si staccano valanghe?

Drooooooop quindi, verso gli ottocento metri di dislivello!
La discesa si presenta subito difficile, la grande quantità di neve richiederebbe una velocità che non è possibile tenere nella così fitta vegetazione.
Solo pochi tratti sono effettivamente piacevoli da surfare, spensierati. Il resto della discesa richiede un grande impegno fisico e mentale. Cerchiamo di seguire le nostre orme per non perdere l'orientamento. Siamo spesso costretti ad abbassarci per passare al di sotto dei rami sagomati ad arco, la mascherina assume il nuovo ruolo di scudo protettivo da oggetti solidi.


Il mero masochismo prende ancora una volta il sopravvento sulla fredda razionalità. Ultimiamo la discesa snobbando il facile ma poco ripido sentiero, per tuffarci nuovamente nella pineta. Di lì a poco ci ritroviamo sudati e malconci sulla strada asfaltata a pochi minuti dalla vettura.

La mia mascherina oggi ha un nuovo graffio, ma non sono dispiaciuto... per usare un termine del mio compagno di sventura, i "vitacchioni" del sabato sera mi hanno confidato che il vintage fa' tanto tendenza!!!