:: Elucubro ::

domenica, luglio 02, 2006

4 mila motivi

Del perché sono qui, del perché lo snowboard non è con me. C'è incredibile staticità oggi a 3500 metri, mentre i pensieri sono le uniche cose che si susseguono velocemente come sospinti da un forte maestrale.

Appollaiato su di un improvvisato sgabello di pietra guardo il mare, sì... il mare di nuvole dal quale solo poche vette riescono ad emergere. E continuo a riflettere nel silenzio assoluto, tra il ricordo di una cresta attrezzata appena percorsa e la trepida attesa di un domani che non può non avverarsi.

A valle c'è Staffal, alle mie spalle si parla tedesco, e francese, e spagnolo... e ci sono posti che si chiamano Lys, Felik, Lyskamm. Penserei di non essere in Italia, se solo non fosse per quel tricolore afflosciato e reso immobile dall'assenza di vento. Ma forse le montagne non hanno nazionalità e parlano un'antica lingua universale, mai evoluta e sempre attuale. Oggi, mai come prima d'ora, ne avverto chiaramente l'alea, e vorrei già fosse domani; per vincere il logorante stato d'ansia, per far sparire i 4mila interrogativi che mi stanno consumando.

Il tempo invece trascorre lento, tra aspettative e speranze, ed il sole sembra non voler saperne di sparire anche se sono le nove di sera. I suoi raggi continuano ad illuminare testardamente creando meravigliosi contrasti mentre si ripete, vecchio e mai noioso, lo spettacolo del tramonto; così sparisco prima io, scivolando vestito, com'è giusto che sia, in un profondo sonno ristoratore all'interno del sacco-lenzuolo.


Primo luglio 2006, è già domani. I fasci di luce delle lampade frontali s'intrecciano tra loro come spot di una scenografia teatrale fendendo il buio della piccola stanza. Il silenzio ora è interrotto solo dallo stridio delle cerniere lampo e dallo scricchiolio proprio dei tavolacci in legno che non mancano di replicare alla pressione di ogni singolo passo, anche il più felpato.

É freddo fuori... corde, cordini e moschettoni sono ovunque, come anche le mie paure. Un ghiacciaio da attraversare evitando crepacci e quella cima ancora più in alto da raggiungere. Pochi passi, il croccare del ghiaccio nella penombra del primo mattino e sono già avvolto da una serenità forse inappropriata ma assolutamente indispensabile.

Del perché voglio arrivare lassù, del perché per farlo ho impiegato e sto impiegando così tante energie, del perché sono arrivato ad espormi e rischiare così tanto... 4mila domande, mentre il respiro dell'aria sottile si fa più affannoso. Forse perché ci sono 4mila motivi. O forse perché ce n'è solo uno: perché voglio.

Spazi immensi ed aeree creste, vette che bucano il cielo ed antichi ghiacci che fuggono verso valle, irti pendii e profondi seracchi. É tutto ciò che ammiro girando su me stesso; il Cervino è di fronte, austero nella sua scura mole si eleva superbamente, il Bianco in lontananza sovrasta indiscusso; vedo montagne, solo montagne ed ancora montagne... fin dove l'orizzonte impone il suo inequivocabile alt.

É il sogno che s'avvera. Sono a quattromilaquattrocentosettantasette metri sul livello del mare, sulla vetta occidentale del Lyskamm. É il mio primo 4000, forse banale: gli acronimi PD ed AD suggeriscono da poco difficile ad abbastanza difficile, magari eccessivo per un neofita, sicuramente sconvolgente per me. Ce l'ho fatta. Avverto l'emozione fortissima solo quando i primi passi del ritorno allentano la tensione, trattengo a stento lacrime di gioia, anche se sotto le lenti gli occhi sono lucidi e non c'è vento...

7 Comments:

  • cosa dire...
    incantata dell'incantevole.
    baci
    micia
    ;)))))

    By Anonymous Anonimo, at 10:45  

  • Bel report pieno di emozione. Mi ricorda l'effetto che mi fece la prima volta andare in grotta (ed ero piccolo ma continuo ad emozionarmi come allora quando faccio una cosa nuova! Sarà questa la chiave della gioventù? :-)
    E bellissimo il gruppo del Rosa. Il Lysckamm lo vedo da Zermatt o da Macugnaga... ma da lontano e non ci sono mai salito. Comunque considero quelle montagne come la mia seconda casa, in particolare tutte quelle intorno al Breuil. :-)
    È inutile aggiungere che le tue foto sono superlative. :-)))
    Nessuno mi chiama Soulboarder (anche se qualcuno inizia a chiamarmi Soul... però effettivamente sono noto da un buon trentennio come Giufo.
    Tutti sagittari su questo blog?!? ;-D)
    Aloha

    ps: x f&d... lo stesso giorno? Questo è destino! ;-)

    By Anonymous Anonimo, at 15:25  

  • Carissimo... leggendo i tuoi "report" mi fai sempre vivere al pieno quello che hai vissuto te, su questo scritto sono quasi arrivata alla commozzione (sai che sono di lacrima facile???!!!) e noto con piacere che le lacrime non le fà uscire solo a me (la Montanga e cioò che si VIVE lassù).
    Un abbraccio ;o)

    By Anonymous Anonimo, at 19:47  

  • ...Avverto l'emozione fortissima solo quando i primi passi del ritorno allentano la tensione, trattengo a stento lacrime di gioia, anche se sotto le lenti gli occhi sono lucidi e non c'è vento...E POI ALL'IMPROVVISO MI SVEGLIO TUTTO SUDATO!!!!E' TARDI, SONO LE 7 E DEVO ANDARE A LAVORO. ;)

    bella compà, hai raggiunto un traguardo che ti eri posti circa un anno fa. io tra una settimana esatta mi tolgo un sassolino dalla scarpa che mi porto dentro da 7 anni.
    sulla lingua delle montagne potrei dire qualcosa...ma lassem perd!!!!
    a quando il trailer del film???

    By Anonymous Anonimo, at 08:15  

  • Grazie di cuore a tutti per i complimenti, in realtà dal vivo sono molto meno romantico. :)

    By Blogger ErreBì, at 19:29  

  • "É il mio primo 4000, forse banale"
    Non è mai banale salire una vetta a prescindere dalla sua altezza. Non ho trovato banale salire sul Morrone tra scherzi e risate perché ero con i miei amici, perché stavo bene con loro.
    Non ho trovato banale scalare il Monviso e leggere, ad ogni passaggio difficile, su una lapide, il nome di un alpinista che non è tornato più a casa, è stato dolce capire che volevo tornare, che amavo i miei cari.
    Non ho trovato banale traversare i Pirenei e sentirmi solo perché i telefonini non prendevano, e sentirmi piccolo tra quelle aspre vette, lontano da casa, lontano dalle mie certezze.
    Non ho trovato banale salire in vetta al Kilimangiaro con negli occhi e nel cuore i volti orgogliosi di bambini affamati, di gente disperata, e ritrovarmi a parlare con un Dio fino ad allora poco frequentato e a ringraziarlo per quello che mi aveva concesso.
    Nessuna vetta è banale, siamo noi che la rendiamo tale se lasciamo che il salire diventi routine, che il salire diventi una insignificante sfida contro il tempo, un inutile voler dimostrare la nostra abilita la nostra forza. Ho sulle spalle qualche quattromila in più di te e posso garantirti che il successivo sarà sempre più importante del precedente almeno fino a quando salirai con lo spirito che hai adesso. Diventeranno banali, quando diventeranno una vetta da aggiungere alla propria collezione.
    Ciao.
    Vincenzo

    By Anonymous Anonimo, at 19:25  

  • Di sicuro sarà stata un'esperienza irripetibile.
    Anche io sono stato su qualche 4000 ma il primo è stato insuperabile.
    Poi, se la compagnia ti rende partecipe e non ti considera come ultimo arrivato, l'opera è compiuta. Diventi anche tu parte integrante dell'ambiente che ti circonda.
    Sei stato molto fortunato a trovare dei veri amici perchè solo con in questo modo si possono supeare ostacoli che sembrano insormontabili.
    Ciao, scusa per le chiacchiere ma sentendo storie del del genere mi emoziono.
    Ciao.

    By Anonymous Anonimo, at 22:45  

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