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Nel caso: "chi cerca trova, ed i cocci sono suoi". É un proverbio bastardo, frutto di un incrocio, ma a... "buon intenditor, mezzo salvato". :-)
L'accesso è lunga una strada in cui è espressamente segnalato il pericolo slavine.
Il dritto invito al nostro cammino è esattamente una valanga o meglio, il varco che quest'ultima ha creato nel bosco precipitando periodicamente da 1000 metri più in alto.
Oggi è il 21 gennaio; in realtà, l'ultima nevicata risale a 15 giorni fa e la cresta non presenta cornici... ergo pensiamo (siamo sempre in due) che la nostra sia "follia ponderata" o, al massimo, un buon "rischio calcolato". Follia e rischio però appaiono subito un po' meno ponderati quando ci accorgiamo che, nonostante le due settimane prive di perturbazioni, il percorso non presenta impronte oltre a quelle di qualche animale. Non vi sono tracce umane, né di salita né di discesa. La cosa è preoccupante, ma è pur vero che benché la vegetazione si presenti piegata in maniera innaturale, non v'è il minimo indizio di valanga recente. Calcoliamo... o forse ci convinciamo, chi lo sa! fatto sta che prima di arrivare a qualche conclusione abbiamo superato già i primi 100 metri di dislivello.
Per tutto il bosco veniamo accompagnati da un suono che non so definire, trova origine dai piccoli pezzetti di ghiaccio che precipitano a valle dopo essersi staccati dai rami spogli. É gradevole, è un misto tra il tintinnare di una pioggia leggera ed i toni orientaleggianti che scaturiscono dai campanelli tubolari di bambù. La velocità con la quale scivolano però, è indiscutibile indice della pendenza che stiamo affrontando.
Pendenza che non ci abbandonerà mai anzi, diviene sempre più decisa all'avanzare della nostra progressione.L'uscita dal bosco oltre ad aprirci splendidi panorami sul San Nicola, monte Pizzalto e Gran Sasso, da modo di godere d'una piacevole sorpresa: neve abbastanza farinosa e non tracciata!
Sarà proprio questa neve a rallentare prima ed ostacolare poi, la nostra salita. Ci arrendiamo forse un po' delusi a 100 metri dalla cima, dove né ciaspole né ramponi sono d'aiuto, dove la montagna ci ha fatto chiaramente capire il nostro limite.
Poco male, abbiamo accumulato già 900 metri, sarà comunque una bella discesa, tutto sommato siamo qui per questo e la vetta se vogliamo è solo la ciliegina sulla torta. Autoscatto tecnico durante i preparativi e via a valle su due differenti versanti, il primo è il Lord...
Io lo seguo immediatamente dopo...
Sono poche curve quelle pennellate sul pendio aperto ma, vuoi per la pendenza accentuata, vuoi per il prezzo che abbiamo pagato, risultano essere pienamente appaganti. Non sapremo mai se il fatto di trovare polvere in questi giorni è frutto della nostra caparbietà o, più probabilmente, di una grande e fottutissima fortuna.
Terminiamo la discesa nel bosco su una neve a dir poco insidiosa, riuscendo comunque ad arrivare in strada con la tavola ai piedi. "Soddisfatti" è il nostro stato d'animo che ci accompagna al crepuscolo, lungo i 5 km che ci separano dall'auto. C'è solo il croccare delle racchette, penombra e profumo di pini.
Lei ora si è tinta di rosa... ...e poco più tardi una nuova perturbazione prenderà il posto di quel fantastico, romanticissimo rosso.
2 Comments:
...
non credo serva dire altro
By Anonimo, at 23:14
...senza parole...
ma soltanto i miei umili complimenti!!!
By Anonimo, at 12:53
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